Robin Williams, una vita tra sobrietà e dipendenza


Posted January 30, 2022 by comunicatifirenze

Ha abusato di cocaina da giovane e di alcool in età matura. Dopo l’ultima ricaduta e l’ultima riabilitazione, in cura sotto psicofarmaci, fu trovato morto suicida.

 
“È solo a causa della paura. E pensi, oh, l'alcool allevierà la paura. Ma non è così.” Questo è Robin Williams, pochi anni prima di morire, parlando con un intervistatore del quotidiano britannico The Guardian. Stava spiegando cosa lo ha spinto a ricadere nel vizio di bere alcool nel 2003, dopo 20 anni di sobrietà. “Durante la prima settimana menti a te stesso pensando che puoi fermarti, poi il tuo corpo si tira indietro e dice, no, fermati più tardi. E poi ci sono voluti circa tre anni, e alla fine ho smesso". Aveva smesso, entrando in riabilitazione e poi imponendosi di partecipare il più possibile alle riunioni settimanali di AA (Alcolisti Anonimi), perché "è bello andarci". Williams è riuscito a mantenere la sua sobrietà per diversi anni, fino al 2014, quando è andato in riabilitazione presso il centro Hazelden nel Minnesota. Aveva affermato di tornare in riabilitazione come misura precauzionale ma, che fosse vero o meno, possiamo dedurre che stesse perdendo il controllo e sentisse il rischio di una ricaduta. Un mese dopo è stato trovato morto nella sua casa in un ricco sobborgo a nord di San Francisco, un apparente suicidio appeso a una cintura.
L'abuso di alcol non è stata l’unica esperienza di Robin William con la dipendenza. Alla fine degli anni '70, quando divenne famoso, era noto per il forte consumo di cocaina. Decise di smettere a causa di due eventi accaduti in rapida successione: la nascita del suo primo figlio, e la morte del suo caro amico John Belushi, per overdose di eroina e cocaina. Trovò, grazie queste due esperienze, la forza di smettere di bere e di usare droghe, riuscendo a rimanere sobrio per i successivi due decenni.
Fu durante le riprese di un film in Alaska, nel 2003, che ebbe una ricaduta. Ecco come lui stesso descrisse questo episodio: “sono entrato in un negozio e ho visto una bottiglietta di Jack Daniel's. E poi quella voce - io la chiamo il ‘potere inferiore’ - fa: ‘Ehi. Solo un assaggio. Solo uno…’. L'ho bevuto, e c'è stato quel breve momento di 'Oh, sto bene!' Ma è aumentato rapidamente... in una settimana stavo comprando così tante bottiglie che sembravo un campanaccio che camminava per strada.”
Questa descrizione suonerà familiare a chiunque abbia subito una ricaduta dopo aver smesso di drogarsi o di bere alcool. Williams ne parlò spesso nelle interviste e durante i suoi spettacoli di cabaret, deridendo gli impulsi irrazionali ma irresistibili che spingono un tossicodipendente a bere o sballarsi.
Potremmo non scoprire mai cosa è successo che ha riportato Robin Williams in riabilitazione per l’ultima volta, poco prima di morire, ma dato quello che è successo solo un mese dopo, sappiamo non fu efficace nell'aiutarlo a riprendersi. Senza dettagli specifici su quale trattamento abbia ricevuto e cosa sia successo nei giorni e nelle ore prima del suicidio, possiamo solo speculare sulla base delle prove disponibili. Le circostanze di cui siamo a conoscenza, tuttavia, sollevano diverse questioni importanti sulla dipendenza, la riabilitazione e il recupero a lungo termine. Il centro Hazelden si propone come specializzato nel trattamento di disturbi come la depressione e l’alcolismo. La dichiarazione dell'addetto stampa di William alla notizia della morte dell'attore ha confermato che stava combattendo la depressione al momento della sua morte, quindi è probabile che abbia scelto il centro Hazelden per questo motivo.
Sul sito web di Hazelden c’è scritto che per la riabilitazione usano farmaci antidepressivi. È possibile che Williams fosse in cura con quei farmaci al momento della sua morte: non ci sarebbe quindi da stupirsi riguardo al suicidio, dato che gli effetti collaterali dichiarati degli antidepressivi includono “maggiore incidenza di pensieri suicidi”.
“Mondo Libero dalla Droga” è un’associazione internazionale che si batte per ottenere una società nel quale la droga, l’alcool e l’abuso di farmaci non costituiscano più una piaga sociale. I volontari dell’associazione credono che un giovane informato sui pericoli degli stupefacenti possa decidere, pensando con la propria testa, di stare alla larga da qualsiasi ambiente dove si faccia uso di droga o si abusi di alcool. Un ragazzo informato sulla droga molto difficilmente ne diverrà schiavo.
Le attività di Mondo Libero dalla Droga consistono anche nell’andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi la verità sulla droga: lezioni di due ore che includono video, dati scientifici, dati statistici e testimonianze. Un ragazzo informato sulla droga molto difficilmente ne diverrà schiavo. Anche da adulto, si rifiuterà di diventare un tossicodipendente di sostanze legali o illegali.
Per maggiori informazioni, www.noalladroga.it
La Chiesa di Scientology sostiene la campagna di “Un Mondo libero dalla Droga” fin dalla sua fondazione: la lotta all’abuso di sostanze stupefacenti è una delle principali campagne sociali della Chiesa. Il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, ha affermato: “L'arma più efficace nella guerra contro la droga è l'educazione.”
Giovanni Trambusti
“Mondo Libero dalla Droga” Toscana
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Issued By Giovanni Trambusti
Country Italy
Categories Education
Last Updated January 30, 2022